La rivista spagnola Motociclismo.es intervista Flavio Farroni sulle attività che MegaRide sta svolgendo con Ducati Corse

E se una squadra, in qualsiasi competizione, fosse in grado di prevedere il degrado degli pneumatici? E se potessero calcolare dove e come le prestazioni diminuiranno per pianificare la strategia di gara? Significherebbe senza alcun dubbio che i veicoli di questa squadra avrebbero un chiaro vantaggio rispetto a coloro che affrontano le gare nella speranza che i pneumatici si comportino come si aspettano o come dicono.
Questo potrebbe essere il caso di Ducati che, guarda caso, è stata la casa costruttrice più costante della stagione di MotoGP essendo in grado di gestire le gomme Michelin senza problemi, come nel caso di Honda o Yamaha.

La possibilità che quelli di Borgo Panigale stiano sfruttando questa risorsa è salito ai media quando un comunicato stampa della società italiana MegaRide ha raggiunto i media locali, e poco dopo, ha attraversato i confini nazionali.
Ci sono coloro che, da allora, vogliono vedere in questo prodotto universitario la chiave delle performance Ducati, dando forse troppo importanza o meno.
In ogni caso, dopo aver letto, non senza fatica e con attenzione, le descrizioni dei prodotti, ci siamo messi in contatto direttamente con Flavio Farroni, CEO e co-fondatore della società, in modo che ci chiarisca quanto più possibile ciò che possono fare esattamente e come è emersa questa collaborazione con Ducati.

Da sottolineare il carattere accademico che sta guidando i passi della società italiana. Non solo in concorso con il caso di MegaRide e dell’Università di Napoli, ma anche di fronte all’utilizzatore tradizionale. Per fare un esempio chiaro, tutto il progetto Ducati Scrambler ha portato la maggior parte delle vendite della società nata dalla testa di un tirocinante, Julien Clement.

Però tornando sulla questione che ci riguarda, una delle chiavi per comprendere l’importanza di questi prodotti nell’evoluzione di Ducati consisterebbe nel sapere come e da quando lavorano con la fabbrica italiana. Per spiegare e rispondere correttamente e fedelmente agli impegni di riservatezza che portano a tali progetti, Flavio mette in evidenza l’origine di questa società:

Le nostre interazioni con Ducati e con molti dei nostri partner tecnici e clienti attuali provengono da partnership scientifiche nate dal nostro dipartimento accademico. MegaRide è un’impresa accademica che sorge come spin-off sostenuta dall’incubatore di startup “NewSteel” ed è stato sviluppato con l’intento di offrire valore di mercato ai prodotti della nostra ricerca svolta dal gruppo dinamica del veicolo del dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università Federico II di Napoli”, spiega Flavio evidenziando il contesto studentesco da cui proviene e continua, “Le nostre tesi e progetti di dottorato di ricerca sono stati da anni incentrati sullo sviluppo di metodologie, strumenti e procedimenti di caratterizzazione sperimentale capaci di rendere comprensibile e simulare il comportamento di un elemento complesso come uno pneumatico. Molte aziende e squadre da competizione dalla Formula 1 a categorie inferiori hanno richiesto azioni specifiche per migliorare le loro conoscenze e prestazioni, e Ducati è stata uno di loro.

Domanda:
“Flavio, quali erano o sono le necessità di Ducati?”

Risposta:
“Non posso essere molto specifico ma il requisito principale nel motociclismo è solitamente la possibilità di riprodurre la termodinamica dei pneumatici, il loro comportamento in termini di grip e usura in ambienti di simulazione real-time e fornire strumenti relativamente facili per i loro progettisti e ingegneri per analizzare le informazioni del veicolo sottolineando gli effetti fisici della sua performance”.

Domanda:
“Dato il successo, si sono avvicinati altri produttori?”

Risposta:
“Sta accadendo, ma un contratto di esclusività ci mantiene – orgogliosamente – legati a Ducati, anche per la prossima stagione. A noi interessa la distribuzione di modelli e strumenti sviluppati dal nostro team di ricerca nel mercato dei consumatori di moto e autovetture, quindi siamo aperti a possibili collaborazioni con attori da competizione e smart-mobility”.

Domanda:
“Quindi questo contratto proibisce di collaborare con altre squadre?”

Risposta:
“Temo di non poter essere così specifico circa i dettagli del nostro contratto”.

Domanda:
“Dite che i vostri prodotti possono prevedere il comportamento di un pneumatico. Come si sviluppa questo processo? Mi chiedo se abbia qualcosa a che fare con quella scatola che è apparsa sul lato della Ducati GP17”.

Risposta:
“Durante la nostra ricerca abbiamo sviluppato diversi strumenti lungo la strada, attualmente offerti a vari team e aziende, utili per caratterizzare il comportamento fisico con procedure di test innovativi e di elaborare i canali di telemetria come ingressi ai modelli predittivi in ​​tempo reale. A seconda di ogni tipo di applicazione, i nostri partner chiedono versioni personalizzate del nostro software, ottenendo una combinazione di tecnologie”.

Domanda:
“Parlando del software, Ducati ha una versione personalizzata?”

Risposta:
“I principi scientifici sono comuni per diverse piattaforme e provengono dalla nostra ricerca sviluppata presso l’Università. Ogni applicazione, a causa delle sue peculiari condizioni, richiede un lavoro “su misura” con cui si può utilizzare, ad esempio, il modello termico in Formula Uno, MotoGP o DTM… o un pilota amatoriale in sella con la sua moto in circuito”.

Domanda:
“Quando parliamo di prevedere l’usura degli pneumatici in tempo reale, cosa intendi dire esattamente? Poter sapere come diminuirà il grip di una gomma nei prossimi due giri?”

Risposta:
“L’aspetto fondamentale di un modello predittivo e fisico è l’adattamento alle continue mutazioni dell’ambiente e delle sue condizioni. Ci riferiamo alla gestione dello pneumatico ottimale durante una gara, ma anche al monitoraggio della rugosità dell’asfalto e alla stima dell’adesione in tempo reale. Anche alle prestazioni in smart mobility, e preliminarmente in scenari di guida autonoma, due campi in cui le nostre attività avanzano molto velocemente”.

Domanda:
“Hai già detto che preparate versioni specifiche in modo che gli ingegneri possano lavorare con le vostre applicazioni in modo semplice. Ducati ha bisogno della presenza di tecnici di MegaRide sui circuiti, come nel caso di Michelin o Öhlins?”

Risposta:
“Questi dettagli sono confidenziali, ma la nostra filosofia, sia nel mondo accademico che nelle collaborazioni di MegaRide, si basa sulla possibilità di fornire al nostro partner tutti i risultati provenienti dalla nostra struttura sperimentale come il nostro TireLab e tutta la nostra esperienza come gruppo scientifico e di professori o ingegneri che seguono lo sviluppo delle attività sia in situ e in pista”.

Domanda:
“In che termini credete di aver aiutato Ducati in questa stagione?”

Risposta:
“Beh, aziende, piloti e team si stanno finalmente rendendo conto che l’ottimizzazione dei fenomeni che si verificano nella piccola area tra la gomma e l’asfalto è fondamentale per lo sviluppo del veicolo e la sua messa a punto. Speriamo di aver fornito un contributo significativo alla grande stagione della Ducati, ma i risultati sono principalmente il frutto del lavoro degli ingegneri di Borgo Panigale, e in particolare del team di dinamica del veicolo e simulazione, che ha progettato questa grande macchina”.

Domanda:
“Devo chiederlo. Quando si analizzano le diverse mescole Michelin, c’è qualcosa di speciale che attira l’attenzione?”

Risposta:
“Informazioni del genere sono altamente confidenziali e avere conoscenza di esso fa la differenza nella strategia di sviluppo. La viscoelasticità dei composti, le transizioni vetrose e la chiara definizione del range termico nel quale lo pneumatico deve lavorare – che influisce sui fenomeni di degradazione e surriscaldamento – formano il Sacro Graal dell’ottimizzazione.

Dopo aver chiacchierato con Flavio e analizzato le sue risposte, penso si possa dire che sebbene costituisca gran parte del successo di Ducati in MotoGP, sembra che la responsabilità ultima resti degli ingegneri della casa italiana che hanno saputo sfruttare le informazioni dettagliate che questo progetto frutto dell’Università di Napoli ha fornito. E’ davvero difficile giudicare fino a che punto sono in realtà responsabili del fatto che Andrea Dovizioso sia il leader del campionato!

Quello che sembra essere chiaro è la volontà di Ducati di eccellere e andare avanti attraverso soluzioni che, in un certo senso, hanno rivoluzionato la categoria, come ad esempio il notevole studio aerodinamico che ha trascinato l’intera categoria verso gli alettoni o le carene a doppia parete.
Inoltre sanno come trasformarli nella loro bandiera, attirando l’attenzione dei media con ogni passo che intraprendono, mantenendo sempre una certa aspettativa per tutto quello che provano, che sia una scatola nera sul bordo o un frontale sperimentale.